La scuola che guarda al futuro
Il comune di Rosà, in provincia di Vicenza, ha realizzato un nuovo edificio particolarmente attento al risparmio energetico
L’ultimo rapporto di Cittadinanza Attiva traccia una fotografia desolante degli edifici scolastici italiani: più di una scuola su dieci presenta lesioni strutturali e quasi il 70% degli edifici non possiede la certificazione di agibilità statica.
Una situazione dalla quale è molto faticoso emergere. Ma esistono esempi di soluzioni realizzate con sagacia e capacità anche da piccoli comuni, in cui gli amministratori hanno scelto di investire davvero per il futuro dei giovani nel nostro Paese. È il caso di Rosà, in provincia di Vicenza, dove due piccole frazioni possedevano altrettanti edifici scolastici ormai datati e inadeguati alle nuove esigenze formative.
Una situazione che, tra l’altro, gravava in modo significativo anche sui costi di gestione e manutenzione, soprattutto per gli elevati consumi energetici connessi a impianti ormai vetusti. A fronte di questa situazione e della necessità di superare eventuali campanilismi, l’amministrazione comunale ha identificato nell’area di Cusinati di San Pietro, una località baricentrica rispetto alle frazioni, l’area ideale in cui realizzare la nuova scuola nella quale potessero convergere i bambini della primaria.
Una scelta sicuramente impegnativa, sia per la necessità di trovare un accordo con la proprietà dei terreni, sia perché il Comune si è fatto carico anche delle spese di urbanizzazione. Il tutto senza dimenticare la necessità di affrontare un significativo investimento, il cui ritorno economico non sarebbe stato immediato, così come non è misurabile il vantaggio didattico di una scuola adeguata alle nuove esigenze formative.
Pronti per il futuro
Gli amministratori di Rosà, però, non si sono fatti intimorire dai problemi pratici e burocratici. Al contrario hanno affrontato con determinazione quella che, in molti casi, appare una sfida difficile da vincere. Così, in parallelo al completamento delle procedure burocratiche, l’architetto Mirko Campagnolo ha lavorato alla progettazione dell’infrastruttura.
Già la decisione di intitolare la scuola a Marco Polo, ben sintetizza la volontà degli amministratori di realizzare un progetto con forti radici nel territorio (del resto Marco Polo era veneto), ma pronto a seguire le orme del viaggiatore desideroso per scoprire nuove realtà. Da qui la scelta di creare aule dotate di grandi vetrate affacciate sui campi circostanti, quasi a raccogliere l’origine contadina di quelle aree, ma dotate di tecnologie all’avanguardia nell’ambito della building automation. Il tutto con l’obiettivo di offrire il massimo del comfort ad allievi e docenti, pur contenendo al minimo i consumi energetici.
Per l’architetto Campagnolo, libero professionista e dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Rosà, la progettazione della scuola ha rappresentato un’autentica sfida, anche per la limitata esperienza pratica su realizzazioni di questo tipo. Da qui la sua scelta, in primissima analisi, di studiare le linee guida del Ministero dell’istruzione ma, soprattutto, di analizzare e capire i pregi e i limiti di altre scuole realizzate nell’ultimo decennio. Il tutto arricchito dall’esperienza professionale, che ha suggerito a Campagnolo di sfruttare al meglio le tecnologie di Building Automation: “Pur dovendo contenere i costi totali al di sotto dei mille euro al metro quadro, sin dall’inizio ho focalizzato la mia attenzione sulle esigenze impiantistiche”. L’obiettivo, condiviso con lo studio di progettazione Farina Engineering di Bassano del Grappa, è stato quello di creare un’infrastruttura di gestione e manutenzione semplificata, che potesse essere affidata sia personale scolastico, sia a una qualunque azienda di manutenzione: “Trattandosi di un appalto pubblico, nell’arco degli anni la gara per la gestione potrebbe essere vinta anche da un’azienda priva delle necessarie competenze tecniche per la gestione impiantistica. Una situazione che vanificherebbe l’attività di ottimizzazione dei consumi energetici. Il tutto senza dimenticare che il personale scolastico, ma anche quello comunale, non possiede competenze di settore specifiche. Per tale ragione abbiamo prestato una particolare attenzione nell’individuazione di soluzioni che, oltre ad essere caratterizzate da un’elevata affidabilità, potessero essere gestite semplicemente sia in locale che da remoto “.
Semplice ed efficace
La risposta a questa esigenza è arrivata dai sistemi di Building Automation firmati BTicino e basati sulla tecnologia MyHome, che coniuga caratteristiche di affidabilità, ampiamente sperimentate negli anni, a un’estrema semplicità di gestione quotidiana. Il tutto anche in considerazione del fatto che, in fase di progettazione, Campagnolo è stato particolarmente attento al risparmio energetico, oltre che all’eliminazione di qualunque barriera architettonica. Un’attenzione che ha condotto alla realizzazione un involucro con un elevato potere di isolamento, ma anche alla scelta di utilizzare il riscaldamento a pavimento, i pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio e, soprattutto, la capacità di sfruttare al meglio la luce naturale.
Solo la luce che serve
Gli aspetti legati all’illuminazione di un edificio pubblico e, soprattutto, di una scuola, sono particolarmente delicati. É infatti necessario garantire sempre la luminanza necessaria alle attività didattiche ma, al tempo stesso, evitare che le luci rimangano accese inutilmente nelle aule vuote o quando è sufficiente la luce naturale. Si tratta, quindi, di un equilibrio difficile da raggiungere. Per questa ragione i progettisti hanno predisposto un sensore di luminosità in ogni singola aula. In tal modo l’accensione e lo spegnimento delle luci vengono regolate automaticamente, evitando di sprecare energia elettrica quando l’aula è vuota o risulta ben illuminata dalla luce naturale. Anche questo accorgimento, però, è stato studiato con attenzione, sfruttando l’intelligenza di MyHome per evitare qualunque tipo di disagio. In caso di necessità, ad esempio quando è necessario variare la luce per specifiche attività didattiche, l’insegnante può regolare la chiusura delle barriere frangisole motorizzate o accendere manualmente le luci. In ogni caso, le luci verranno comunque spente quando il sensore rileverà l’assenza di persone all’interno dell’aula stessa.
Il problema della temperatura
Chiunque frequenti uffici pubblici sa che, molto spesso, all’interno di questi ambienti l’impianto di riscaldamento viene portato a temperature talmente alte da indurre ad aprire le finestre anche nei mesi più freddi. Si tratta di una modalità che, oltre a rendere meno salubre ambiente, comporta elevati costi e diminuisce la sensibilità nei confronti del rispetto ambientale. Da qui la scelta dei progettisti di sfruttare la tecnologia per garantire un adeguato comfort, pur evitando qualunque spreco. Per tale ragione, la temperatura di ogni singolo locale viene gestita in telecontrollo direttamente dell’ufficio tecnico del Comune. Il tecnico addetto, conoscendo il calendario scolastico e le relative necessità, definisce così preventivamente l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento nei diversi ambienti. Il software, di semplice utilizzo, permette quindi di definire esattamente la gestione degli impianti, evitando che il riscaldamento mantenga temperature elevate nei giorni di chiusura della scuola, pur prevedendo l’accensione anticipata per rendere gli ambienti accoglienti al momento del rientro in aula.
Anche in questo caso, però, è stato lasciato un margine di discezionalità ai singoli docenti, che possono variare la temperatura di 2 °C in funzione delle specifiche attività svolte nelle 15 aule della scuola.
L’elevata flessibilità e facilità di utilizzo del software TiThermo si è rivelata fondamentale anche nella gestione dell’impiantistica all’interno della palestra scolastica. Infatti, quando la struttura non viene utilizzata dalla scuola, è messa a disposizione delle associazioni sportive locali. In questo modo, in corrispondenza della prenotazione degli spazi, un tecnico comunale imposta le temperature dei singoli ambienti, differenziando anche i valori tra gli spazi dedicati all’attività fisica e gli spogliatoi.
La sicurezza prima di tutto
Al termine delle attività, quando il complesso scolastico non viene presidiato, è necessario garantirne la sicurezza e prevenire eventuali atti vandalici. Da qui la scelta di installare, nei diversi ambienti, un sistema d’allarme BTicino in grado di allertare le forze dell’ordine e l’istituto di vigilanza, che intervengono in caso di intrusioni non autorizzate. Il tutto completato dalla predisposizione, nei punti di passaggio obbligato, di 14 telecamere di videosorveglianza su rete coassiale. L’impianto è così in grado di monitorare, negli orari di chiusura, tutti i movimenti all’interno dei 3.000 m2 del complesso scolastico.
Proprio il controllo da remoto degli ambienti rappresenta un tema particolarmente delicato, in quanto sono presenti lavoratori e, soprattutto, minori. Anche in questo caso la programmazione software ha offerto una risposta alle esigenze di privacy. L’accensione delle telecamere, infatti, viene impostata da remoto ed è possibile solo negli orari di chiusura della scuola. Un accorgimento, facilmente attuabile, che coniuga il rispetto delle esigenze di privacy con la protezione degli ambienti.
Sempre per garantire la sicurezza, il controllo accessi viene regolato attraverso il sistema LAS badge manager di Legrand, basato su tecnologia Rfid. In questo modo le singole “chiavi”, programmabili direttamente dal personale comunale, abilitano l’accesso nei soli orari e nei giorni prestabiliti. Al di fuori di questi, il possessore della tessera Rfid non può in alcun modo aprire le porte. Un accorgimento che evita la proliferazione e la duplicazione non autorizzate delle chiavi di accesso. Una problematica che, tipicamente, provoca grossi problemi nelle strutture sportive aperte a più associazioni.
Dal risparmio alla manutenzione predittiva
La realizzazione dell’intero edificio scolastico è stata completa in poco più di un anno. Un tempo particolarmente rapido, soprattutto per un’infrastruttura pubblica, reso possibile anche dal fatto che gli appalti sono stati vinti da aziende locali. Ovvero da realtà interessate a dimostrare sul campo la qualità del proprio operato e ad introdurre varianti migliorative. “Un impianto tradizionale – spiega Simone Favarato, responsabile di cantiere per la ditta di installazione Fabbian impianti – non avrebbe permesso di ottimizzare i consumi, mentre soluzioni troppo complesse avrebbero gravato sui costi iniziali e di manutenzione”.
Da qui la decisione di introdurre una variante migliorativa, adottando componentistica di mercato che, quindi, non ha creato difficoltà installative, consentendo alle squadre di operare con estrema rapidità e senza difficoltà nel reperire i singoli elementi.
“Avere un unico interlocutore per tutta la componentistica elettrica – spiega Favarato – ha rappresentato un notevole vantaggio dal punto di vista pratico. Questo perché abbiamo potuto attingere al vasto catalogo di BTicino per tutte le forniture: dagli armadi al cablaggio strutturato BTNet e alle dotazioni di sicurezza, passando attraverso le economiche canaline a filo Legrand F31, oltre a tutti i sensori e il sofware di controllo. Si tratta di componenti ingegnerizzati per operare insieme e che, quindi, non creano nessun problema di incompatibilità reciproca, sia dal punto di vista logico che fisico. Il tutto arricchito dal vantaggio di poter contare sul supporto di un unico interlocutore. Conosciamo infatti le caratteristiche dei componenti utilizzati, che sono di uso comune, ma per alcune problematiche specifiche, come quelle relative all’ottimale programmazione del sistema di controllo accessi, abbiamo potuto sfruttare il supporto dei tecnici specializzati BTicino, che ci hanno fornito indicazioni pratiche per completare più rapidamente il nostro lavoro”. Un lavoro che ha previsto anche il monitoraggio da remoto dei consumi elettrici lungo le sei linee principali dell’impianto elettrico. “In tal modo – sottolinea Campagnolo – potremo conoscere, nel tempo, l’andamento stagionale dei consumi, individuando così ulteriori margini di miglioramento ed eventuali problematiche impiantistiche, operando un’autentica manutenzione predittiva”.
Pronti per il futuro
La scelta di adottare soluzioni di mercato, dettata anche dalla volontà di poter manutenere nel tempo dell’impianto stesso, rappresenta un ulteriore vantaggio per il comune di Rosà. L’utilizzo intensivo, e non sempre attento, tipico degli ambienti frequentati da un elevato numero di persone, comporta infatti problemi di guasti e rotture, benché tutti gli armadi elettrici siano chiusi a chiave e installati in locali non accessibili agli allievi.
Favarato, forte dell’esperienza maturata sul campo, non ha però dubbi: “Come abbiamo verificato in altre installazioni, i prodotti BTicino garantiscono una buona affidabilità nel tempo. In ogni caso, anche a fronte di guasti, i componenti sostitutivi possono essere rapidamente reperiti e installati da qualunque elettricista. In questo modo sarà possibile garantire il pieno utilizzo di tutte le funzionalità impiantistiche anche nei prossimi decenni, senza correre il rischio di un prematuro invecchiamento dell’impianto”.
Scheda tecnica
committente/proprietà: comune di Rosà (Vi)
progettista infrastruttura e responsabile area LL PP: arch. Mirko Campagnolo
progettazione elettrica: Studio Farina Engineering – Bassano del Grappa
esecuzione impianti: Fabbian Impianti – Piove di Sacco (Pd)
Quadri elettrici: MAS
Serie civile: Matix
Web Server: 454
Centrale termoregolazione: 3550 con software TiThermo
Controllo accessi: LAS badge manager
Controllo carichi: MyHome
Cablaggio strutturato: Btnet
Gestione illuminazione: Ligthing Management
Controllo da remoto: MhVisual con sinottico su PC
Canalizzazioni metalliche: F31 Legrand